Calvizie

Gli impianti capillari e la pandemia di Covid-19: cosa sta succedendo?

Uomo con calvizie e diradamento
La pandemia di coronavirus (COVID-19) sta causando danni importanti all’economia globale, ed il mondo degli impianti capillari, purtroppo, non ne è esente. Ma cosa sta succedendo esattamente, come questa gigantesca emergenza sanitaria sta influenzando il commercio di protesi di capelli, e che speranze ci sono per il nostro prossimo futuro? In questo articolo ci occuperemo di rispondere a tutte queste domande, ma prima di tutto lasciate che vi garantisca una cosa: comunque vadano le cose non mancheremo mai di trovare un modo di procurare i vostri (nostri) impianti. Sappiamo benissimo che si tratta di un’esigenza imprescindibile, e se anche questo dovesse costarci qualche sacrificio in più, faremo sempre in modo garantirvi questa necessità in ogni momento.

La situazione attuale: la ragione dei rincari

Se avrete fatto un giro fra tutti i rivenditori di protesi capillari che ci sono in giro avrete notato una cosa. O gli impianti non sono più disponibili, o i prezzi sono più che raddoppiati. Ma perché sta succedendo tutto questo? Viene da sé pensare che degli imprenditori privi di scrupoli stiano approfittando della crisi planetaria per aumentare indiscriminatamente i propri profitti, ma in effetti non è questo il caso.

Una delle conseguenze più dirette e immediate della pandemia, infatti, è stata la chiusura di molte frontiere, specialmente nel Sud-est Asiatico dove i danni del COVID-19 si sono fatti sentire maggiormente. In particolare, quella che ci riguarda più da vicino è stata la chiusura della frontiera fra Corea del Nord e Cina. La quasi totalità della manifattura di impianti annodati avveniva infatti in Corea del Nord, che si occupava di annodare i capelli sulle basi in poly per conto della Cina. A causa del coronavirus però questa produzione si è bloccata già da diversi mesi.

Inizialmente la Cina ha venduto, spesso a prezzi incrementati, i pezzi disponibili in stock, ma una volta esauriti questi si è trovata coi magazzini vuoti ed incapace di corrispondere alle richieste d’acquisto. La soluzione è stata spostare la propria filiera manifatturiera in territorio Cinese, ma sia per il costo elevato della manodopera locale (fino a 5 volte più alto che in Corea), sia per la relativa inesperienza dei processi produttivi, il prezzo finale dei prodotti è aumentato notevolmente.

Di conseguenza, dovendo noi acquistare le materie prime a prezzi che sono spesso duplicati o triplicati, non c’è rimasta altra alternativa che, a malincuore, imporre dei rincari anche ai nostri acquirenti. A partire dal 1° Settembre 2020 il costo di tutti gli impianti sarà quindi incrementato di 50 euro. Sia chiaro quindi che per primi noi abbiamo messo in conto di avere delle perdite, che stiamo avendo tutti in effetti. I rincari servono quindi unicamente a garantirci la possibilità di garantirci quei margini di profitto minimi per poter continuare a rimanere a galla.

I nuovi impianti capillari

I nuovi impianti prodotti dalla Cina sono inevitabilmente differenti da quelli prodotti in precedenza in Corea del Nord. Questo paese, infatti, dopo anni di questo tipo di commercio aveva raggiunto un alto livello di specializzazione nell’annodatura e iniezione dei capelli nelle membrane in poly. I Cinesi sono invece relativamente inesperti, e stanno sviluppando ora tutta una serie di tecniche nuove per ovviare al gap tecnologico.

I risultati sono più che soddisfacenti, ma in effetti si tratta di prodotti diversi rispetto a quelli usati finora. Di conseguenza, ci si potrebbe trovare male con alcuni di essi, e bene con altri, a seconda delle esigenze individuali. A tutti i clienti più vecchi che fanno uso delle protesi capillari da più tempo consigliamo quindi di venire a provare gli impianti nuovi in modo da trovare quello adatto alle loro esigenze.

Cosa ci aspetta nel futuro? Le buone notizie

Sebbene non ci sia ancora nessuna certezza, fonti interne ci suggeriscono che nel 2021 la situazione potrebbe migliorare. Che sia la Corea a riaprire le proprie frontiere alla fine della crisi sanitaria del coronavirus, o che sia la Cina ad attrezzarsi in modo diverso, è possibile che già da Gennaio del prossimo anno i prezzi possano tornare a scendere.

Da parte nostra avete la nostra parola che qualora finalmente la situazione dovesse risolversi, faremo di tutto per ritornare nuovamente ai prezzi originali. Non è nostra intenzione infatti approfittarci delle circostanze, ma è anzi nostra precisa priorità garantirvi i prodotti della massima qualità a prezzi che siano assolutamente in linea con quelli del mercato corrente.

Stringiamo i denti e resistiamo un po’ ragazzi – nemmeno l’epidemia di COVID-19 può fermarci!

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