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Quali sono le differenze fra una protesi capillare e la tricopigmentazione?

Quali sono le differenze fra una protesi capillare e la tricopigmentazione?

Una delle soluzioni più in voga per il trattamento della calvizie è la tricopigmentazione, una tecnica che molto spesso viene considerata un’alternativa ad altre più invasive come il trapianto di capelli. Sostanzialmente differente rispetto ad una protesi capillare, la tricopigmentazione è una tecnica di micropigmentazione del cuoio capelluto che crea l’illusione che i capelli siano ancora al loro posto. In termini più semplici, dei pigmenti naturali vengono applicati sulla cute dello scalpo per dare l’impressione che i follicoli piliferi siano ancora al loro posto, nascondendo eventuali aree diradate. In pratica, si tratta di un vero e proprio tatuaggio (da cui il nome di “hair tattoo”).

E’ in effetti totalmente differente rispetto ad un impianto capillare, visto che a parte i pigmenti, non viene applicata nessuna protesi sul cuoio capelluto. In ogni caso, la tricopigmentazione è una tecnica con i suoi pro e i suoi contro, e soprattutto, con differenze sostanziali, vantaggi e svantaggi se paragonata ad una protesi capillare. Andiamo a vedere di che si tratta.

Allergie e infiammazioni

Sia la protesi di capelli che l’hair tattoo possono dare luogo a fenomeni di irritazione e allergia. Il cuoio capelluto è infatti una zona molto delicata e sensibile, ed il contatto con sostanze estranee può causare gonfiore, prurito ed eruzioni cutanee. Tuttavia, nel caso degli impianti capillari, questo genere di fenomeni si presenta solo in caso di contatto dello scalpo con colle irritanti o che possono dar luogo a fenomeni allergici. E’ sufficiente una piccola prova prima di applicare la colla su tutta la superficie da trattare, e se si verifica un’allergia o un’infiammazione, passare ad adesivi più delicati come le colle ad acqua.

Nel caso della tricopigmentazione, invece, l’allergia è causata dagli inchiostri, che in tal caso non possono proprio essere usati. Inoltre, reazioni infiammatorie più serie possono presentarsi anche dopo un certo lasso di tempo dalla seduta micropigmentazione, creando dei veri e propri granulomi intorno alle zone dove è stato iniettato l’inchiostro. Sebbene raramente, queste reazioni diventano più gravi, dando luogo a crescita di tessuto cicatriziale e formazione di cheloidi potenzialmente deturpanti che possono essere rimossi solo per mezzo di chirurgia.

Complicazioni durante le risonanze magnetiche

Poiché alcuni pigmenti utilizzati per la tricopigmentazione contengono piccole quantità di metalli, è possibile che in caso di risonanza magnetica questi possano dare luogo a fastidiosi effetti collaterali. Oltre a causare bruciore e gonfiore transitori nelle aree tatuate, i pigmenti stessi possono ridurre la qualità dell’immagine durante l’esame, rendendo più difficile la valutazione di un’eventuale patologia. La protesi capillare, invece, può sempre essere rimossa senza alcuna difficoltà e non inficia in alcun modo qualsiasi esame radiodiagnostico.

Qualità e resa estetica finale

La qualità di un tatuaggio dipende in ogni caso dall’abilità e dalla perizia del tatuatore. Nel caso della tricopigmentazione, un lavoro fatto non proprio benissimo da un professionista poco esperto può esitare in un risultato finale non proprio ottimale. Differenze di colore più o meno visibili tra i capelli tatuati e quelli veri possono risultare sgradevoli alla vista, così come il progressivo diradamento dei capelli e la scoloritura naturale del tatuaggio nel tempo possono creare zone dove è più visibile l’artificiosità del trattamento.

Nel caso degli impianti di capelli, invece, la qualità è sempre garantita sin dall’inizio, ed in ogni caso, trattandosi di soluzioni non permanenti, è sempre possibile aggiustarle, migliorarle e rimodellarle nel tempo in base alle proprie esigenze e all’evoluzione della propria calvizie.

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